Inizia un concerto: un violoncello, le suites di J. S. Bach risuonano.
In scena la violoncellista Serena Costenaro ed il danzatore Marco Augusto Chenevier.
Il corpo del danzatore viene gradualmente coinvolto in una partitura dall'interno di sé, fino a generare movimento e spostamento nello spazio.
Vogliamo iniziare così, nella maniera più convenzionale possibile, e goderci la meraviglia della composizioni di Bach, i suoi arditi picchi armonici, la sua metrica rigorosa.
Proprio la metrica rigorosa, dopo le prime danze, faranno interrogare gli artisti… tanto rigore, alla lunga, può trasformarsi in monotonia!
Gli artisti allora apriranno, letteralmente, il dialogo con il pubblico e, tramite un dialogo semplice e diretto, si metteranno a disposizione.
Perché non due, o tre danzatori? E quali dei danzatori volete vedere? Un duetto maschile? Un assolo femminile? Che tipo di costumi volete che i danzatori indossino? Come volete che si muovano?
Volete un brano triste, un brano allegro? Oppure volete un brano inquietante?
Inoltre: come desiderate ascoltare Bach? Più dinamico? Più declamato? E perché non distorcerlo, con l’intervento del live electronics? Magari desiderate che i danzatori escano, per ascoltare la musica in santa pace… oppure desiderate un momento di danza, nel silenzio, dopo tante note?
Bach à la carte vuole rendere il pubblico partecipe della costruzione coreografica, permettendo a tutti di giocare e scegliere gli elementi del linguaggio scenico.
In maniera ludica vuole anche indagare i meccanismi di partecipazione, di votazione, di maggioranza e minoranza, e giocosamente osservare cosa può succedere nel cercare di “accontentare tutti”.
L’inizio caratterizzato da un approccio musicologico, in forma concertistica, estremamente asciutta, evolve in un lavoro che si interroga, ancora una volta, sulla postura dello spettatore e sulla sua relazione all’opera d’arte