Questo lavoro sull'arancia

Di Marco Augusto Chenevier
Produzione 2017-2018 / Cie Les 3 Plumes

con: Marco Augusto Chenevier e Alessia Pinto
fonico: Marco Zaffuto / Stefano Ungari
mentoring: Roberta Nicolai e Roberto Castello
produzione: TiDA e Cie Les 3 Plumes con il sostegno della Regione Autonoma Valle d'Aosta
con il sostegno di: MIBACT Sezione Generale Spettacolo dal vivo
sostegno in residenza: Comune di Rhêmes-Saint-Georges (AO), TWAIN residenza di spettacolo dal vivo della regione Lazio, SPAM! (2017), Centre National de la Danse de Paris (2019), Noorderzone Festival (2019), MiM festival (2023)
Creazione selezionata nell'ambito del progetto Permutazioni di Zerogrammi e Lavanderia a Vapore 3.0 / Piemonte dal Vivo (2017)
fotografi: Cristina Valla e Claudio Di Paolo

durata: tra 45 e 60 min secondo le scelte del pubblico

Cosa accade se uno spettacolo di danza, anziché come oggetto di linguaggio, viene costruito quale esperienza? Quante volte, nell'assistere ad uno spettacolo di danza, avremmo voluto poter intervenire? Quante volte la noia, spesso determinata dalla perdita di senso, ci spingerebbe ad abbandonare la sala, o almeno ad esprimere il nostro dissenso? E quante volte nel vedere movimento, avremmo voglia di danzare, per “sentire” ciò che viene proposto?

Ma l'habitus sociale ci relega sulla sedia di spettatori, inserendoci poi in complessi circuiti di rielaborazioni post-spettacolori legate al tipo di spettacolo, al tipo di pubblico ed alla situazione in cui un certo lavoro viene programmato. Questi rapporti di forza riflettono rapporti di potere ben più complessi presenti nella realtà di tutti i giorni.

Voglio interrogarmi sulla natura del dispositivo scenico attraversandolo insieme al pubblico in un'ottica diversa, incentrata non sull'interpretazione del simbolo ma su dinamiche esperienziali condivise. Abbiamo creato dei piccoli meccanismi, delle “trappole” sornione, in cui gli spettatori vengono accompagnati dai due performer. Questi piccoli dispositivi sono concepiti in modo tale per cui gli spettatori devono, per far procedere la drammaturgia, intervenire, interrompendo o modificando lo svolgersi della scena. Per far ciò abbiamo realizzato una linea progressiva in cui poco a poco il pubblico viene condotto su un terreno di fiducia e di condivisione, di empatia, con interventi sempre più importanti ed invasivi. L'estetica strizza l'occhio al film cult “Arancia meccanica”. L'arancia, il latte, il bianco, il rapporto sadomasochistico dell'artista con il sistema spettacolare e con gli spettatori, fanno da sottofondo allo svolgersi degli esperimenti. E analizzando “lo specchio”, forse, possiamo capire meglio di quale immagine stiamo parlando.

Enrico Pastore - www.enricopastore.com – 4/12/2017
“[...] spettacolo di estrema intelligenza e acume, che presenta la danza non come oggetto da ammirare ma piuttosto come esperienza che interroga, filosofia in azione, prassi del pensiero attraverso il corpo in movimento."

Simona Frigerio - Persinasala – 14/12/2017
“[...] Marco Chenevier è un autore in grado di creare spettacoli che coniugano danza, recitazione, interazione con il pubblico a una interessante ricerca antropologica [...]. In questo caso, Chenevier indaga la nostra capacità di accettazione della violenza e per due terzi dello spettacolo lo fa con molta autoironia, ritmo, e una serie di meccanismi che implicano sia la partecipazione (interessata o meno: in quanto si vincono anche soldi veri del pubblico, sia esibizioni di danza [...] che pongono il pubblico stesso di fronte a scelte.”